8 volontari perdono la vita ….. per aiutarli a casa loro
sull’aereo precipitato in Etiopia.
Il mondo del volontariato, dell’associazionismo, della solidarietà, perde un prezioso apporto.
Paolo Dieci (assieme agli gli altri volontari che erano su quel volo) rappresenta il meglio dell’Italia, un’Italia che non si rassegna a rinchiudersi nelle mura di casa, che non vive di diffidenza e di indifferenza, che non ha fra le proprie priorità la difesa dei propri piccoli interessi privati.
Un’Italia che non ha avuto bisogno dell’invito strumentale della politica “aiutiamoli a casa loro”, perché da molto la pratica nei villaggi e negli slums, fra le popolazioni più esposte e fragili, non delegandola ad accordi fra governi che lasciano migranti che hanno attraversato mille pericoli e sofferto mille vessazioni in campi di detenzione in balia di sevizie, torture e ricatti.
Paolo Dieci e la sua organizzazione , il CISP, che aderiva al nostro Tavolo Interassociativo SaltaMuri, così come gli altri volontari che facevano riferimento a varie ong e enti di volontariato solidale(LINK 2007, Africa Tremila, World Food Program, Sovrintendenza del mare della Regione Sicilia ) rappresentano un’Italia non buona (e tanto meno buonista) ma un’Italia “giusta”, di persone che non sopportano la vergogna delle ingiustizie e delle disuguaglianze e non si tirano indietro di fronte alla possibilità di fare qualcosa per diminuirle. Nell’assenza dello Stato, troppo spesso nell’ostilità colpevole e nel dileggio di suoi rappresentanti, in un’Italia che si è scoperta ostile alle ONG, affrontando le mille difficoltà “aggiunte” dovute ai tagli delle risorse.
Quale futuro si sta preparando se, di fronte al mondo della cooperazione, le possibili reazioni sono, troppo spesso, il silenzio, i sospetto, o magari, nel caso di tragedie, l’ipocrisia dei funerali di stato?
per il tavolo Saltamuri
il portavoce Giancarlo Cavinato