Restiamo umani
IL SENSO Di UMANITÀ si smarrisce se….
- a Lodi si definiscono i bambini non italiani ‘zecche’
- a Trento rappresentanti istituzionali non consentono a bambini non italiani di salire sulle giostrine
- a Monfalcone non si consente l’accesso a scuola ai figli di lavoratori stranieri
- non si consente l’iscrizione all’anagrafe di bambini nati da genitori che non hanno il permesso di soggiorno
- si inventano distinzioni fra emigranti( quelli di ieri, tra cui i nostri connazionali) e migranti( quelli di oggi, da respingere)
- a Trieste un assessore si vanta di aver gettato in un cassonetto le coperte di un senzatetto
- si istigano i peggiori sentimenti di chiusura, egoismo, rifiuto dell’altro, facendo leva su paure e senso di precarietà
- si vuole censire i bambini italiani rom e sinti e si abbattono le loro povere dimore
- si sloggiano famiglie in situazione di povertà da alloggi occasionali
- si proclama ‘la pacchia è finita’ per i migranti
- si fanno decreti che rendono legale la vendetta personale e l’autodifesa
- si lasciano per giorni bambini donne anziani malati in mare usandoli come forma di ricatto verso altri paesi
- si pensa di salvaguardare donne e bambini separandoli dai mariti, padri per misure ‘umanitarie’
- si minacciano e si aggrediscono esponenti della stampa e dei media impedendo un’informazione corretta
- si ripete lo slogan autoassolutorio ‘aiutiamoli a casa loro’ mentre si sottraggono a interi paesi risorse, si vendono armi, si compromette l’ambiente e si esportano i nostri stili di vita ai ricchi
- si lasciano nei lager libici o rimettono nelle mani di aguzzini persone che hanno passato mille traversie e subito violenze inaudite e soprusi rendendosene complici
ma si resta UMANI se..
- ci si riconosce in una comune umanità
- si conosce e riconosce il fondamento della propria dignità e autonomia personale nella socialità, nell’incontro, nella responsabilità, nella cura dei beni comuni
- ci si apre alla partecipazione fra gli altri, con gli altri
- si educa al rispetto, alla coesione, alla partecipazione, alla solidarietà senza preclusioni
- si aprono porte- nelle case e nelle città- e si abbattono muri fisici e mentali
- si mantiene viva una memoria del nostro passato del 900 che sappia riconoscere gli errori, le storture, le tragedie per evitare di ripeterli
- quando l’ingiustizia diventa legge si pratica la disobbedienza civile nella società e nelle istituzioni
- si rivendicano e si adottano la bontà, la verità, la bellezza, la fratellanza come valori non ‘buonisti’ ma in sintonia con la Costituzione italiana e con le carte internazionali dei diritti umani
- si costruiscono strumenti di analisi e critica delle informazioni per una valutazione serena e non ideologica dei dati di realtà
- si opera con l’arte, la bellezza, il gioco, il canto, l’ironia per superare paure e diffidenze, rompere stereotipi, cancellare pregiudizi, facendo leva sulle risorse e le potenzialità di ognuno/a (come a Longuelo, Bergamo, dove le svastiche sono state ‘trasformate’ in decorazioni artistiche: ‘dal letame nascono i fiori’)
Giancarlo Cavinato